giovedì 6 dicembre 2007

Mi spiego: il "manifesto"

Se Ulisse fosse un  contemporaneo, di cosa si interesserebbe? Cosa leggerebbe? Cosa scriverebbe? Come scriverebbe?

confine

Elogio della distrazione

Bisogna darsi un limite, un ambito, un confine... un argomento va!
Serve un argomento da cui distrarsi "spesso e volentieri".
La distrazione è quella che ci fa percorrere strade nuove e mai battute, è quella che ci fa connettere ambiti e conoscenze che, prima, sembravano distanti.
Secondo questo approccio alla distrazione, il confine, non è il "luogo della fine", ma il "luogo del con", dove i diversi concetti e le diverse idee, si incontrano.
Pensandoci bene, anche per gli stati-nazione si verifica lo stesso fenomeno: i confini sono il luogo della separazione, ma anche il luogo di passaggio (legittimo o illegittimo) di genti, merci, idee.

Il confine. Distrarsi da cosa?
Butto giù un elenco (aperto) di concetti che potrebbero costituire il nucleo della riflessione:

1. Paradigma della complessità;
2. Moderno Vs Postmoderno;
3. Innovazione;
4. Tecnologia;
5. ...

Lo sguardo della "distrazione" è necessariamente strabico, il suo metodo consta nel guardare al futuro, utilizzando il passato.
Per spiegare lo "sguardo strabico", ricorro ad una citazione presa da un libro che mi ha consigliato il mio amico Chicco mentre eravamo seduti a tavola davanti alla buonissima "parmigiana" di sua madre (grazie Chicco!):

"I greci vedevano il futuro come qualcosa che ci arriva alle spalle, mentre il passato si allontana davanti a noi.
A pensarci bene è una metafora più esatta della nostra: come si può guardare al futuro? Si possono solo fare proiezioni dal passato, anche quando il passato dimostra che queste proiezioni sono errate. E come si può veramente dimenticare il passato? Che cos'altro conosciamo?"
(Pirsig R.M. (1981) Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, Adelphi)

Proprio utilizzando questo sguardo "strabico", possiamo trovare nella figura di Ulisse una icona della modernità che, attraverso la "metis", utilizza tutti gli espedienti (póroi) che riesce ad immaginare, per trarsi d'impaccio in ogni genere di difficoltà (aporia).

Nel nome del Blog: Polpi & Volpi...e Imbrogli
Se Ulisse fosse un contemporaneo, di cosa si interesserebbe? Cosa leggerebbe? Cosa scriverebbe? Come scriverebbe?
Vediamo...vediamo cosa dicono Detienne e Vernant.
Ulisse è l'eroe della metis, di quella particolare forma di intelligenza "pratica ed efficace" cui si fa riferimento quando si parla di:
"molteplici abilità utili alla vita, perizia dell'artigiano nel suo mestiere, artifici magici, uso di filtri e di erbe, stratagemmi di guerra, inganni, finzioni, astuzie di ogni genere."

"...l'uomo della metis si mostra, [...], sia più concentrato su un presente di cui nulla gli sfugge, sia più teso verso un avvenire di cui ha in anticipo macchinato i diversi aspetti, sia infine più ricco di esperienza."

Polpi e volpi
trojanhorse

Ulisse è un polpo, Ulisse è una volpe!

Il termine poiki’los, riferito spesso ad Ulisse designa “la trama variegata di un tessuto, lo scintillio di un’arma, il mantello chiazzato di un cerbiatto, il dorso brillante di un serpente”. Chi è poiki’los? Chi è variegato e molteplice? Lo sono alcuni animali, il polpo e la volpe. Ulisse è l’eroe umano più dotato di metis, è detto, infatti, polu’metis (dalle molte astuzie), polu’tropos (dalle molte forme), e polume’chanos (che non manca mai di espedienti) nel senso che “… non manca mai di espedienti, di po’roi, per trarsi d’impaccio da ogni genere di difficoltà, (aporia)”.

Manca...il tempo
Ci sarebbe un problemino: Ulisse non basta.
Al personaggio di Ulisse manca il concetto di “tempo storico”: non poteva avere coscienza del concetto di “progresso”.
Continuando a utilizzare il passato per guardare al futuro, un altro personaggio utile è sicuramente Petrarca.
Nel poema epico, scritto in latino, "Africa", Petrarca, inserisce, per la prima volta nella storia, il concetto di "progresso" contrapponendo l'oscurità del medioevo alla certezza di un luminoso futuro.
Probabilmente noi, uomini del XXI secolo, abbiamo in comune con Petrarca il tormento di vivere in un'epoca di transizione in cui, abbiamo  un linguaggio "vecchio" (per Petrarca era il latino) che siamo ancora obbligati ad utilizzare per descrivere un mondo nuovo.

Adesso c'è tutto...forse!

Libri, librai, librerie, lettori, lettura...

Infine confesso : il blog "Polpi e Volpi", nasce dall'esigenza di trovare persone che mi possano consigliare delle "buone letture"...
... mi sono trasferito da poco e, il mio "libraio di fiducia", non è potuto entrare in valigia con vestiti e biancheria e nemmeno nello scatolone con l'olio, il vino e il pane.
Prima, facevo quindici minuti di passeggiata, arrivavo in libreria, mi sedevo su di un divanetto e cominciava il divertimento:
..."ma se hai letto quello, allora devi leggere anche quell'altro", mi diceva.
"...Giovanni si è appassionato a quell'autore, sa tutto...te lo devo presentare"...mi prometteva.
Tutti discorsi piacevolmente interrotti dal cliente di passaggio che, in ogni caso esponeva la sua opinione e dispensava, a sua volta consigli di lettura e di vita.
Mi piacerebbe che, in questo spazio, si ricreasse quell'atmosfera, si ritrovassero quelle persone (ed altre) e si ricominciasse a parlare di...
...Libri, librai, librerie, lettori, lettura...

 

M@zz

martedì 27 novembre 2007

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sabato 27 ottobre 2007

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