venerdì 5 dicembre 2008

La maledizione (letteraria) di Casole: appunti di un lettore professionista

Captatio: il post qui sotto è composto da 1937 parole e da 12.000 caratteri: per leggerlo ci vogliono circa otto minuti.
Poi potreste tornare indietro e guardare le foto...che le ho scelte e commentate per voi.
Magari, senza impegno, potreste lasciare pure un commento, uno qualsiasi, altrimenti che gusto c'è?

Lettura ed azione
Lettura ed azione

Riassunto
Questa storia illustra come la lettura, porti inesorabilmente all’azione.
Questa storia riferisce di quando mi spacciai per docente universitario semplicemente indossando una cravatta.
Questa storia narra di come mi introdussi in una biblioteca torinese riuscendo, di soppiatto, a scattare alcune foto ad antichi tomi.
Questa storia racconta anche, della necessità di confrontarsi sulle cose che non si capiscono.
Questa storia tratta di come, pur non essendo poeta, ho mandato al diavolo “…le assenze anche,/i passeri di tristezza, i rapimenti/ i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli/ le care figure accostate al silenzio/ gli addentellati, i germogli, gli abbagli…/al diavolo, al diavolo…”

Avvertenza: il testo che segue è stato scritto in un momento in cui, il sottoscritto scrivente, si trovava in un avanzato stato di “Dikoglionimento”.
Il concetto di Dickoglionimento (formalizzato per la prima volta da J. Lethem), produce una percezione alterata che induce alla “sinestesia letteraria”: i generi, gli autori, i libri, i romanzi, i saggi, si fondono in un unico continuum e cominciano a dialogare tra di loro.
(Ehem! Il concetto di “sinestesia letteraria” l'ho appena inventato...inutile cercarlo su wikipedia).
Nel mio caso, il “Dickoglionimento”, è addirittura di secondo grado (quello di J. Lethem è solo di primo grado) essendo le mie percezioni alterate da una eccessiva esposizione sia a Philip Dick che a Moby Dick.
Mi rendo perfettamente conto di quanto possa essere difficile seguire i pensieri di un Dickoglionito:
correrò coscientemente il rischio di trasformare un testo scritto in un “minestrone” in cui non si distingue più, il sapore della zucchina, da quello del pomodoro (a proposito di pomodori…!) tuttavia…

LSD Sinestesia letteraria

Tuttavia…la forma della sostanza che ho nel cervello è quella che mi accingo a proporvi…prendere o lasciare.

Obiettivo
In ogni caso, se avrete la pazienza di leggere lo scritto che vi sottopongo, vi dimostrerò inconfutabilmente come, solo un Dickoglionito, possa scorgere i macroscopici fenomeni di Dickoglionimento che da anni giungono sulla terra attraverso la letteratura.

lu_il_procedere_i_ching Lü – Il procedere

Cominciamo.
Ho da poco aperto una pagina a caso del “Libro dei mutamenti”...l' I Ching.
Mi si è aperto alla pagina del simbolo Lü – Il procedere:
“Il procedere significa da un lato il giusto modo di comportarsi. Sopra è il cielo, il padre, sotto è il lago, la figlia minore. Ciò mostra la differenza tra superiore e inferiore, base del giusto comportamento nella società. D'altra parte, in cinese, la parola [Lü] significa letteralmente: “posare il piede su qualche cosa”.
Il piccolo, “sereno”, monta sul grande, “forte”. [...] Che il debole prenda piede sul forte non è pericoloso, perché avviene serenamente, senza presunzione, così che il forte non si irrita e bonariamente lascia fare”.
Vediamo un po', io, in questo caso, sarei il lago,...la figlia minore: posso essere sereno.
Chi è, invece, il cielo? Chi è il padre su cui mi accingo, serenamente, a porre il piede sul capo?

Aspettate...aspettate, prima dobbiamo parlare delle coincidenze!


PRIMA INTERFERENZA

[...]
(al diavolo le eccedenze, poeti
Le care eccedenze, le assenze anche,
i passeri di tristezza, i rapimenti
i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli
le care figure accostate al silenzio
gli addentellati, i germogli, gli abbagli…
al diavolo, al diavolo…)

[...]
FINE PRIMA INTERFERENZA

da "FATE FOGLI DI POESIA, POETI ", manifesto poetico di Antonio L. Verri


passeri di tristezza
"Passeri di tristezza"

nani_giganti Nani e giganti

Prima di aprire l'”I Ching” per domandargli un consiglio sul da farsi, ero stato turbato dalla lettura di un interessantissimo libro di Matei Calinescu dal titolo “L’idea di modernità”, che trattava della questione degli antichi e dei moderni e quindi, ovviamente, di “nani e giganti”.

“Siamo nani sulle spalle di giganti”...
...questo modo di dire mi perseguita da almeno due mesi.
Sono più autorevoli le idee degli antichi o quelle dei moderni?

Ritornerò sull'argomento, ma, al momento, vorrei limitarmi alla seguente domanda.

Chi sono gli antichi?
e quindi...
...chi sono i moderni?

Ci sono due letture della questione:

la prima, che possiamo far risalire a Bernardo di Chartres e Giovanni di Salisbury, vede gli antichi come gli uomini che ci hanno preceduto in virtù del fatto che sono vissuti nell'antichità: essi sono i veri saggi.

la seconda interpretazione, che si deve a Francesco Bacone, afferma invece, che gli antichi siamo noi contemporanei, in virtù del fatto che abbiamo più esperienza ed autorevolezza dei pensatori nati, ad esempio 2500 anni fa.

Quindi, io sarei un ”antico” e Aristotele sarebbe un moderno.

Io sono la figlia, sono il lago, sono l’antico.

Alla fine, sia nel caso che io sia un “nano sulle spalle di un gigante”, sia nel caso che io sussista come un “gigante sulle spalle di un nano”:
sta di fatto che riesco a vedere più lontano di chi mi ha preceduto.

Io sono la figlia, sono il lago, sono l’antico: devo vedere lontano… ma senza presunzione (come dice l’I Ching).

sono_il_lago Io sono il lago

Nei “tempi moderni”, se voglio imparare tutto quello che c’è da sapere sul pomodoro (un esempio a caso!), mi faccio un giro su wikipedia, poi metto la parola “pomodoro” su google e infine mi vesto per bene e vado in biblioteca…sino a Torino!
…ma io c’ho Internet e c’ho il treno…Aristotele al massimo si faceva una chiacchierata con Platone.

mattioli
Pietro Andrea Mattioli

L’imbroglio: la visita in biblioteca

Ecco l’azione... dunque.
Dopo essermi spacciato per un ricercatore ed essermi fatto consegnare un antico testo del 1555.
Dopo aver aspettato che il signore che mi aveva accompagnato se ne fosse andato a fumare una sigaretta, ho estratto la mia cara macchinetta fotografica digitale ed ho scattato, di nascosto, la foto che potete vedere qui sotto.

Facciamo un altro mezzo passo indietro.

Il libro in questione è il “Medici Senensis Commentarii”, un testo del 1554-55 di Pietro Andrea Mattioli che, utilizzando l’inciso “…vulgo appellantur POMI d’oro, hoc est, mala aurea”, introduce per primo, nei testi scritti, la parola “pomodoro”.

malaaurea2 “…vulgo appellantur POMI d’oro, hoc est, mala aurea”, da “Medici Senensis Commentarii” di P.A. Mattioli

La pianta del pomodoro è, invece, originaria del Sudamerica ed arrivò in Europa, intorno al 1540, ovviamente, dopo il viaggio di Cristoforo Colombo (1492).

Pomodoro…1540... stampatevelo bene nella memoria!
…chiudiamo, per il momento con i pomodori, ci ritorneremo.

SECONDA INTERFERENZA

disprezzate i nuovi eroi, poeti
cacciateli nelle secche del mio gazebo oblungo
(ricco di umori malandrini, così ben fatto!)
Fatevi anche voi un gazebo oblungo
Chiudeteci le loro parole di merda
I loro umori, i loro figli, il denaro
Il broncio delle loro donne, le loro albe livide.

FINE SECONDA INTERFERENZA

da "FATE FOGLI DI POESIA, POETI ", manifesto poetico di Antonio L. Verri

broncio
"...il broncio delle loro donne"

A proposito di “albe livide"…
Siete mai stati ad Otranto?
Avete mai letto un romanzo storico ambientato ad Otranto?
Siete sicuri che fosse un romanzo storico?

Prossimamente leggerò “The castle of Otranto” di Horace Walpole, poi, proverò anche con “Otranto” di Cotroneo (forse… non vi assicuro nulla), ma, nel frattempo, ho letto L’ora di tutti di Maria Corti.
Il romanzo della Corti è ambientato, appunto, ad Otranto, nei giorni in cui i “Turchi”, dopo aver cinto d’assedio i bastioni per quindici giorni, riuscirono a vincere le resistenze degli otrantini ed entrare nella città.
Tutto questo avvenne nell’estate del 1480 (ricordate…1480).
"L'ora di tutti", è un romanzo importante, uno di quelli che dovete assolutamente leggere se volete essere partecipi della "retorica salentina" venduta a 2 euro al kilo: sole, mare, vento, pizzica, tradizioni,tarante e..."si stava meglio quando si stava peggio".
Se invece vi interessa l'arte, non dovete andare in libreria, ma farvi un giro nelle bancarelle di libri usati sperando di trovare qualche vecchia copia usata di un qualunque Verri o di un qualsiasi Toma.

giuramento Patti e giuramenti

Il patto con il lettore
Prendendo in mano il romanzo “L’ora di tutti”, forse non lo sapete, ma ho stipulato un patto con l’autore, ho fatto un giuramento.

Ho giurato, più o meno, così:
“caro autore, fintantoché il libro da te scritto rimane aperto sulle mie ginocchia, giuro di credere incondizionatamente a quello che dici, purché tu, autore, prometti di rispettare alcune regole di coerenza logica”.

A proposito di patto con il lettore, segnalo l’interessante dibattito che è nato intorno al libro “Gomorra” di Roberto Saviano sulla questione dei generi della letteratura (fiction o non-fiction…questo è il problema).
Ahimè, anche qui, sotto sotto, stiamo parlando di generi letterari.

Quando ho sottoscritto il suddetto patto con l’autore, avevo la legittima aspettativa che “L’ora di tutti” fosse un romanzo storico.
Oltretutto, l’autrice era una autorevole filologa e semiologa.

Ermeneutica del con-testo
Alla luce di tutte le premesse, le esperienze e le letture, vediamo, finalmente, cosa c’è nel testo di Maria Corti(che vi consiglio di leggere).
L’edizione a cui faccio riferimento è quella edita da Bompiani nei “Tascabili”, stampata nel Luglio 2005.

Veniamo ai segnali di “Dickoglionimento”

A pagina 28 si trova:

“Al vespro, nell’ora che il sole scendeva dalle terrazze, ricomparve l’araldo dei turchi: “Quello viene a morire,” io pensai fra me, il che accadde per mano di Pieri di San Pietro, che lo uccise dalle mura con un colpo di balestra. Il sole all’orizzonte toccò le acque, e subito il mare, al voltare della marea, si calmò, era l’ora che tutte le sere, prima di quella le nostra donne andavano cercando sull’acqua una barca e le più giovani, sedute sugli scalini delle case, cominciavano a cantare”.

Cari vecchi “poeti laureati” che, quando affermo la mia passione (tra le altre) per l’avantpop letterario, storcete il naso…
...avete appena assistito ad un tramonto sul mare di Otranto!
Vi piace?
Bene, ma non recatevi ad Otranto alla ricerca di simili "idilliaci quadretti" romantici…rimarreste delusi: il sole tramonta ad occidente!

italia_ora_di_tutti
...il tramonto ad Otranto

alieni
...alieni ad Otranto

Ma andiamo avanti
A pagina 67:

“…la finestra di sinistra, sulla quale ancora s’affacciava un vaso di basilico, reggendo l’odore delle foglie, che era odore di ragù, di pesce a salsa”

e, soprattutto… a pagina 70

“La notte poi, uno sconquasso, tanto che al mattino mi metteva nausea la frisella d’orzo con origano e pomodoro…”

Il pomodoro?
Nel 1480?
A Otranto?
E gli alieni?
Quando arrivano gli alieni a salvare gli otrantini dalle armate turche?

Tralasciamo poi il fatto che a pagina 69, Assunta, moglie di Cola,“…coglieva capperi nel bosco”.
I famosi “capperi di bosco”?
E che sono fragole?

Penso che, a questo punto, abbiate capito quali siano stati i motivi che mi hanno portato sino alla biblioteca torinese per documentarmi sul pomodoro.

In conclusione,
con molta umiltà (nonostante il tono che ho sostenuto fin qui), vi chiedo:

Chi era il “referee” dell’editore che per primo si è letto la bozza del libro in questione? Chi ha fatto l’editing?
Come mai, nei 40 di vita di questo libro, nessuno si è mai accorto che il sole tramonta ad occidente?
O forse sarebbe meglio dire: “perché nessuno si è mai permesso” di far notare gli anacronismi”?

Probabilmente non esiste una colpa imputabile ad alcun essere umano, si tratta della maledizione di Casole:
chi scrive sull’argomento “Otranto-Turchi”, inesorabilmente mette il piede in fallo.
Anche Raffaele Gorgoni nel suo libro “Lo scriba di Casole” fece dire ad un monaco amanuense che quel certo “carattere calligrafico” non era “alla moda”.
E che…
...il concetto di “essere alla moda” esisteva nel XV secolo?

inginocchiati2
...inginocchiati al cospetto...

artisti beoni
...artisti beoni

INTERRUZIONE FINALE

Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
Fatevi un gazebo oblungo, amate
Gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
Le loro rivolte senza senso
Le tenerezze di morte, i cieli di prugna
Le assolutezze, i desideri di volare, le risorse del corpo
I misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti,
vendeteli per poche lire!

da "FATE FOGLI DI POESIA, POETI ", manifesto poetico di Antonio L. Verri

…ma attenti a quello che scrivete…poeti!

 

Massimo Albanese (M@zz)

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mercoledì 26 novembre 2008

Come funziona facebook?

Chi sono io secondo facebook

Questa è la storia della Tecnologia che insegue la Poesia mentre la Filosofia sta a guardare.
Questa è la storia di quello che mi è successo negli ultimi due giorni.
Visto da una prospettiva diversa da quella che vi voglio proporre, potrebbe sembrare un romanzo di Philip Dick, uno di quei romanzi ambientati nel futuro in cui, un messaggio inviato dal passato, attraverso il tempo, raggiunge il futuro modificando il presente.
E' una storia paradigmatica del mondo che viviamo e che dovrebbe riempirci di gioia e di terrore per il solo fatto di essere stata possibile.

tecnologia, innovazione complessità.

Vi racconto racconto una storia:
la storia di come sono diventato...


... comunista...
... zingaro...
...ebreo...
.... e sopratutto...
... antipatico...
...e prima ero solo...Albanese.

Ecco la storia dall'inizio.

Quando ci si iscrive a Facebook lo si fa con il proprio nome e cognome, si compilano i campi dichiarando il proprio lavoro, la propria situazione sentimentale, i propri Hobby, si inseriscono delle informazioni che, si ritiene, ci possano rappresentare agli altri, al mondo.
Insomma, è un momento delicato, si fa una riflessione su se stessi: si eliminano le cose che non ci piacciono e si aggiungono quelle che ci piacerebbe ci rappresentassero.

Tutto questo viene, ovviamente, fatto con una certa superficialità, tanto la tecnologia è neutra pensa uno.
Si è convinti di essere noi in prima persona a dare delle informazioni alla rete che non farà altro che tenerle li, archiviarle, rimandandole indietro quando noi, o qualcun'altro, le richiederemo per qualche motivo.

mirror
...allo specchio

Invece non è così, la rete (la tecnologia), elabora le informazioni che noi le diamo, le mastica, le digerisce e ce le risputa in faccia dicendoci "Ecco chi sei, ecco chi sei veramente, questo sei stato nel passato, queste sono le scelte che hai fatto e questo è quello che sei diventato!".

Insomma quando Faceebook mi ha chiesto “Qual è la tua citazione preferita”, io, spinto dagli avvenimenti del momento (eravamo poco prima delle scorse elezioni in piena campagna anti rom-romeno-zingaro), c'ho appiccicato questa citazione che vi riporto:

"Prima di tutti vennero a prendere gli zingari, e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c'era nessuno a protestare."

Bertold Brecht

(...e qui si rischia di cadere nel postmodernismo alla Eco, andrebbe fatta una precisazione: il testo sopra, non è affatto di Brecht ma di tal pastore Martin Niemöller (1892-1984) ... andate a leggervi delle sue vicende)

A quel punto mi sono messo a fare degli esperimenti.

Ho provato a scrivere "zingari": sono il primo umano della lista (dopo 3 gruppi del tipo "fuori gli zingari dall'italia").
Ho provato poi con "ebrei" e, anche in questo caso, sono il primo essere umano della lista.
Alla fine, non senza qualche preoccupazione, ho inserito "antipatici"...e che ve lo dico a fare: sono il più antipatico della lista (4-5 milioni di taliani): più antipatico di Giuliano Ferrara, più di Moggi...più di Poulsen e Michael Schumacher.

Nell'immediato, la gioia ha preso il sopravvento: per la prima volta ero un "er più",

...er più comunista...
... er più zingaro...
...er più ebreo...
...er più antipatico.

er più

Ho addirittura pensato di poter essere un possibile candidato alla presidenza del consiglio: una reale alternativa alla proposta politica delle destre.

In fondo ...
loro sono anticomunisti, e io, sono "er più comunista"...
loro hanno sfrattato i nomadi, e io, sono "er più zingaro"...
Berlusconi, vince perchè è simpatico, e io, sono "er più antipatico".

orwell, comunicazione, libri

Poi, l'euforia è passata ed è subentrato il terrore... mi è venuta in mente una frase di Orwell:


"Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato"


...ma, ho avuto paura di scriverlo.

M@zz