mercoledì 26 novembre 2008

Come funziona facebook?

Chi sono io secondo facebook

Questa è la storia della Tecnologia che insegue la Poesia mentre la Filosofia sta a guardare.
Questa è la storia di quello che mi è successo negli ultimi due giorni.
Visto da una prospettiva diversa da quella che vi voglio proporre, potrebbe sembrare un romanzo di Philip Dick, uno di quei romanzi ambientati nel futuro in cui, un messaggio inviato dal passato, attraverso il tempo, raggiunge il futuro modificando il presente.
E' una storia paradigmatica del mondo che viviamo e che dovrebbe riempirci di gioia e di terrore per il solo fatto di essere stata possibile.

tecnologia, innovazione complessità.

Vi racconto racconto una storia:
la storia di come sono diventato...


... comunista...
... zingaro...
...ebreo...
.... e sopratutto...
... antipatico...
...e prima ero solo...Albanese.

Ecco la storia dall'inizio.

Quando ci si iscrive a Facebook lo si fa con il proprio nome e cognome, si compilano i campi dichiarando il proprio lavoro, la propria situazione sentimentale, i propri Hobby, si inseriscono delle informazioni che, si ritiene, ci possano rappresentare agli altri, al mondo.
Insomma, è un momento delicato, si fa una riflessione su se stessi: si eliminano le cose che non ci piacciono e si aggiungono quelle che ci piacerebbe ci rappresentassero.

Tutto questo viene, ovviamente, fatto con una certa superficialità, tanto la tecnologia è neutra pensa uno.
Si è convinti di essere noi in prima persona a dare delle informazioni alla rete che non farà altro che tenerle li, archiviarle, rimandandole indietro quando noi, o qualcun'altro, le richiederemo per qualche motivo.

mirror
...allo specchio

Invece non è così, la rete (la tecnologia), elabora le informazioni che noi le diamo, le mastica, le digerisce e ce le risputa in faccia dicendoci "Ecco chi sei, ecco chi sei veramente, questo sei stato nel passato, queste sono le scelte che hai fatto e questo è quello che sei diventato!".

Insomma quando Faceebook mi ha chiesto “Qual è la tua citazione preferita”, io, spinto dagli avvenimenti del momento (eravamo poco prima delle scorse elezioni in piena campagna anti rom-romeno-zingaro), c'ho appiccicato questa citazione che vi riporto:

"Prima di tutti vennero a prendere gli zingari, e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c'era nessuno a protestare."

Bertold Brecht

(...e qui si rischia di cadere nel postmodernismo alla Eco, andrebbe fatta una precisazione: il testo sopra, non è affatto di Brecht ma di tal pastore Martin Niemöller (1892-1984) ... andate a leggervi delle sue vicende)

A quel punto mi sono messo a fare degli esperimenti.

Ho provato a scrivere "zingari": sono il primo umano della lista (dopo 3 gruppi del tipo "fuori gli zingari dall'italia").
Ho provato poi con "ebrei" e, anche in questo caso, sono il primo essere umano della lista.
Alla fine, non senza qualche preoccupazione, ho inserito "antipatici"...e che ve lo dico a fare: sono il più antipatico della lista (4-5 milioni di taliani): più antipatico di Giuliano Ferrara, più di Moggi...più di Poulsen e Michael Schumacher.

Nell'immediato, la gioia ha preso il sopravvento: per la prima volta ero un "er più",

...er più comunista...
... er più zingaro...
...er più ebreo...
...er più antipatico.

er più

Ho addirittura pensato di poter essere un possibile candidato alla presidenza del consiglio: una reale alternativa alla proposta politica delle destre.

In fondo ...
loro sono anticomunisti, e io, sono "er più comunista"...
loro hanno sfrattato i nomadi, e io, sono "er più zingaro"...
Berlusconi, vince perchè è simpatico, e io, sono "er più antipatico".

orwell, comunicazione, libri

Poi, l'euforia è passata ed è subentrato il terrore... mi è venuta in mente una frase di Orwell:


"Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato"


...ma, ho avuto paura di scriverlo.

M@zz